Giovanni Soldini è pronto al riscatto. Dopo gli inconvenienti nella Transpac che l’hanno costretto ad accontentarsi del terzo posto, ora è ad Honolulu per prepararsi ad infrangere un nuovo record. Il suo obiettivo, e quello del team Maserati, è quello di battere il muro dei 41 giorni 21 ore e 26 minuti.
. E’ il tempo che nel 2008 è stato realizzato dal maxi catamarano da cento piedi Gitana-13 sulla rotta Hong-Kong – Londra. La sfida ha il sapore dell’impresa perché quel risultato, conseguito dall’equipaggio di nove membri condotto da Lionel Lemonchois, fu il settimo record su sette tentativi in soli nove mesi. Fu una sorta di sigillo, realizzato peraltro in una delle mitiche Route du Thé, quelle percorse dai Clipper nel XIX secolo per il commercio e il trasporto del thè. Ancora poche ore di lavoro in cantiere, e il Maserati Multi 70 tornerà finalmente in acqua. Il countdown è iniziato, il programma preparato nei dettagli. Tredicimila miglia, circa ventiquattromila chilometri, senza scalo aspettano il Mod70. Nei primi giorni di gennaio, il trimarano di Soldini inizierà a solcare il Mar di Cina, il Mare di Giava costellato da isole, attraverserà l’equatore e il Capo di Buona Speranza, doppiandolo “al contrario” nella sua rotta verso Londra. Qui infatti i venti favorevoli sono da ovest verso est.
“Abbiamo la gru tra il 10 e il 15 novembre, poi faremo una settimana di test con il nuovo assetto del timone volante – conferma Soldini – successivamente rimetteremo la barca in versione Mod, quindi non “volante”, e andremo ad Okinawa, prima di arrivare ad Hong Kong”. Sarà affiancato da quattro esperti velisti oceanici del Team Maserati Multi70: Sébastien Audigane (FRA), Guido Broggi (ITA), Oliver Herrera (SPA) e Alex Pella (SPA).
Soldini non riesce ancora difficile digerire il terzo posto di luglio nella Transpac, quel ricordo brucia ancora. L’urto del trimarano volante (ha le derive progettate da Guillaume Verdier) con un oggetto in acqua, ha fatto perdere al team Maserati il timone di destra, e circa un’ora e mezza per il recupero. L’imprevisto ha fatto svanire, insieme ai problemi di vento alla partenza, la possibilità di competere per la vittoria. E cosi, a causa di espisodi non proprio fortunati, le 2225 miglia da Los Angeles ad Honolulu, non sono un positivo ricordo. “Era una regata che potevamo vincere, quindi resta un po’ l’amaro in bocca. Eravamo venuti per vincere, la barca era pronta. Noi andavamo fortissimo, insomma… era meglio vincerla”. La verità è che in quel tratto di oceano “la situazione è davvero drammatica – ricorda Giovanni Soldini – è un mare bellissimo, ma con moltissimi rifiuti, soprattutto plastica. Per una barca come Maserati che vola sull’acqua, magari a 35 nodi, è un grosso problema. Non vedi nulla, non si può vedere un pezzo da mezzo metro per mezzo metro. A quella velocità l’impatto è violento”. A distanza di tempo però, si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno “nello sviluppo del Multi70 abbiamo fatto parecchi passi avanti”, assicura il velista, che cerca di valorizzare quei risultati, il lavoro nel cantiere di Honolulu e il team. In ogni caso i prossimi saranno giorni fondamentali per scongiurare altri imprevisti ( www.maserati.soldini.it ). “Abbiamo revisionato tutti i pezzi in modo da eliminare particolari usurati che potrebbero mollarci a metà strada. In questi mesi abbiamo smontato tutto, abbiamo fatto una manutenzione straordinaria curando ogni singolo dettaglio”. Il countdown per l’arrivo sul Tamigi, sotto il ponte Queen Elizabeth II, è iniziato.
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Sono giornalista pubblicista da qualche anno, e amante del mare da sempre.
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