Sono passati dieci anni proprio ieri, e oggi non può certo aver dubbi: l’isola che non c’è, esiste davvero. Molti navigatori, sognatori e viaggiatori contemporanei vedono in Simone Perotti un indiscutibile punto di riferimento. Ed è un comandante, o uno skipper come si dice ormai abitualmente, troppo ingombrante persino per gli scettici. Per questi ultimi è impossibile poterlo relegare nell’indifferenza. Difficile criticarlo senza suscitare reazioni della community che lo segue, giudicarlo senza riflettere per qualche istante sulle sue proposte, diventate scelte di vita. Per tutti gli altri, per i meno scettici, è importante che ci sia “un” Simone Perotti. Insomma, che esista qualcuno che ha davvero lasciato un lavoro stabile e ben pagato per correre qualche rischio in più, ma sentendosi finalmente libero. Dieci anni fa ha provato a cambiare prospettiva con qualche paura, ovviamente, ma ad oggi “non sono morto di fame – e, rassicura – sono ancora vivo”. Dando una qualche speranza anche a chi vuole soltanto sognare che si possa cambiare rotta. Simone Perotti è la persona che negli ultimi anni ha avvicinato, con le sue scelte di vita, la teoria alla pratica. L’idea che forse è meglio smettere di cercare isole che non ci sono, per fare rotta su quelle che, invece, esistono. Magari una delle 42 che sono evocate suo “Atlante delle isole del Mediterraneo”, uscito ad ottobre 2017 (Bompiani). Il navigatore e marinaio, raccontando delle sue isole, tra le righe fa sentire l’eco di frasi scomode come “io non vado in vacanza, vivo in vacanza” oppure “sono riuscito a raggiungere obiettivi esistenziali importanti”. Non tutti potranno fare come lui. Difficile navigare per 18.000 miglia nel Mediterraneo e nello stesso periodo realizzare una cinquantina di sculture, pubblicare nove libri (tra cui almeno un paio di best-seller), condurre trasmissioni televisive e progettare una spedizione scientifica nel Mediterraneo (https://www.boardonbnb.com/simone-perotti-dieci-anni-dopo-intervista/). È ovvio. Molti di più potranno essere quelli che decideranno di progettare. “Oggi è il primo giorno del prossimo decennio – si legge in un post pubblicato su facebook nell’anniversario del cambiamento – allora non ci pensavo a questo. Cosa farò i prossimi dieci anni, quelli che stanno cominciando oggi? E voi, che farete?”.
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Sono giornalista pubblicista da qualche anno, e amante del mare da sempre.
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