“ Viene voglia di partire con 4 barche a vela ed andare a prenderli “. Il clamore per l’emergenza a bordo della Sea Watch e la Sea Eye si è spento il 9 gennaio con l’attracco a Malta. L’eco per la proposta di Antonio Scotto Di Perta, invece, fa ancora discutere.
Se fosse necessario sarebbe pronto a partire con la sua “flotta” di velisti anche oggi per risolvere un’emergenza umanitaria. Nei giorni in cui alcune decine di migranti erano in balia delle onde, lo skipper di Procida si rivolse al sindaco De Magistris che al Messaggero aveva dichiarato:”Non c’è alcuna ordinanza che ha chiuso il porto di Napoli che è aperto alle navi da crociera, ai pescherecci, ai traghetti e ai bambini che stanno morendo in mare e lo sarà sempre fino a quando sarò sindaco di Napoli“.
Antonio Scotto Di Perta, 44 enne, gestisce una flotta di 15 charter per la Blue Dream Charter & Service Srl ma ha bisogno di skipper. Vuole trasboardare a Napoli i migranti localizzati ad un ora circa di navigazione da Procida. Il suo post su facebook diventa una miccia dirompente è immediatamente diventato virale. In poche ore è capace di “creare” una potenziale “flotta” di piccole imbarcazioni a vela pronte a prendere il largo dai porti di tutta Italia (almeno una cinquantina), ma anche dalla Francia (erano disponibili 30 imbarcazioni) e dalla Spagna per portare a terra i naufraghi a bordo della Sea Watch. Ma non si è trattata di una provocazione: “Il mio sfogo, la mia proposta, nasce dall’indignazione. Indignazione che viene ripresa in chiave negativa da chi teme il diverso – sottolinea in un post Antonio Scotto Di Perta – da chi ha paura che il suo piccolo orticello possa venire calpestato. Ma che scuote la coscienza di chi, come me, pensa che non faccia abbastanza. Di chi, come me, non riesce a godere dei privilegi acquisiti, grandi o piccoli che siano, sapendo che in tanti, in troppi, non possono neanche sognarli”.
Non una mossa pubblicitaria, un’idea nata dalla ricerca della notorietà o dalla ricerca di cariche politiche come hanno scritto alcuni commentando la sua idea. Più probabilmente sarebbe potuta essere un’iniziativa che avrebbe alimentato la confusione e la discussione. Oggi la bacheca di Antonio Scotto Di Perta è piena di opinioni contrastanti, ma non divise a metà come si potrebbe supporre: “sono stati infinitamente di più gli elogi e il sostegno che mi hanno manifestato. Alcuni si sono spinti fino ad offrirmi soldi (dice sorridendo, ndr) per finanziare la spedizione. Ma quelli che mi hanno attaccato, l’hanno fatto molto duramente, con cattiveria”. Certo, l’impresa avrebbe potuto avere ripercussioni penali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E infatti tra le altre disponibilità ricevute in quei giorni, non è mancata l’offerta di appoggio gratuito da parte di due studi legali. “Qualcosa in me è cambiato da quando sono diventato padre, un anno fa. E se tu vai per mare, capisci che certe cose legate alla vita sono inconcepibili, non le può decidere la politica”. Ora che i media si sono accorti di lui si è aperta una gara per farlo parlare, fioccano gli inviti da Massimo Gramellini a Barbara D’Urso (“ma senza concordare le domande”) passando per Radio Capital. Forse ci andrà perchè allo skipper non piace: “Un mondo dove ci si indigna per un rigore non dato e ci si gira dall’altra parte se si vede un essere umano morire”. E vuole fare qualcosa.
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Sono giornalista pubblicista da qualche anno, e amante del mare da sempre.
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