Ocean Cleanup riapre la sfida alla plastica

Ocean Cleanup ci riprova. Dopo il sostanziale fallimento della spedizione di System 001, rientrato per un’avaria il 27 dicembre 2018, il team di ingegneri si è rimesso al lavoro. Ora l’invenzione di Bojan Slat è pronta ad una nuova serie di esperimenti e tornerà nell’Oceano Pacifico entro il mese di giugno (https://www.boardonbnb.com/ocean-cleanup-rischio-fallimento/ ). Progettato con l’obiettivo di rimuovere (in cinque anni) il 50 % della plastica dal Great Garbace Patch, il sistema aveva mostrato numerosi problemi dopo l’iniziale ottimismo. Difficoltà nel trattenere i rifiuti, emerse già prima dell’incidente causato dalle forze dell’Oceano che aveva obbligato i tecnici a sospendere i test. Questo nonostante i 2000 kg di plastica riportati a riva dal Pacifico nelle 11 settimane di operatività.

Il progetto, la struttura e il trattenimento della plastica

Sono due i settori d’intervento su cui sono concentrati gli ingegneri del team. Per quello che riguarda la struttura di System 002/B ( chiamata Wilson dai tecnici ) si è lavorato sulla connessione della rotaia a coda di rondine, ritenuta colpevole della frattura da fatica del 27 dicembre. “Abbiamo completamente eliminato questo aspetto del disegno – si legge in un comunicato dell’organizzazione no-profit – portando lo schermo leggermente in avanti e collegandolo al tubo usando le imbracature. Questo semplifica la connessione e dovrebbe consentirci di ridurre al minimo le concentrazioni di stress”. Inoltre sono stati eliminati i telai dello stabilizzatore semplificando l’elettronica. Con il nuovo progetto non sono più necessari, erano lì per evitare che il sistema non si rovesciasse proprio per il peso dell’elettronica di bordo.

La plastica e le boe gonfiabili

Per trattenere la plastica catturata, invece, si è appreso che non è così importante che System 002/B si muova più lentamente o più velocemente della plastica.  Il punto chiave è la diversa velocità tra il sistema e i rifiuti. In altre parole, il sistema deve sempre andare più veloce o (sempre) più lentamente della plastica. Insomma, sarebbero le variazioni della velocità che hanno impedito alla plastica di rimanere all’interno del sistema. Come risolvere il problema? Attraverso boe gonfiabili giganti montate sulla parte anteriore che rimorchierà Wilson, quando necessario, spinto dalla forza del vento.

Il paracadute

Ma se il tentativo risultasse inefficace l’alternativa sarebbe un’ancora galleggiante. Un’ancora di mare di 20 metri di diametro simile ad un paracadute, che farà girare il sistema e, in teoria, rallenterà la velocità di Wilson rispetto alla plastica. Insomma, se fallisse il tentativo di andare più veloci della plastica, questa opzione permetterebbe di far muovere il sistema alla velocità dell’acqua. Si sfrutterebbe il fatto che la plastica può viaggiare molto più velocemente della corrente dell’acqua, e in questo modo resterebbe imprigionata all’interno, consentendone il recupero.  

I test, l’apprendimento e la ripetibilità

Nave dei tecnici di Ocean Cleanup accanto a System 001

Probabilmente queste soluzioni, proposte dal team di ingegneri a Bojan Slat, non saranno quelle definitive. Ma Ocean Cleanup, contrariamente alla aspettative degli scettici, sembra di capire che non abbia alcuna intenzione di abbandonare il progetto. Se necessario, tenterà altre strade. In fondo questa è la prima impresa, la prima vera e propria guerra dichiarata all’inquinamento dei mari, ed è chiaro che per i tecnici ci sono ancora parecchie incognite. L’obiettivo del team è progettare per testare, imparare e ripetere per realizzare qualcosa che non è mai stato tentato prima. “Quello che sappiamo, è che ogni giorno che noi non siamo operativi –  si afferma in un comunicato di Ocean Cleanup – il problema dell’inquinamento plastico nei mari non migliora. Ecco perché per noi è importante tornare, testare queste opzioni e apportare le modifiche, il più rapidamente possibile”.    

 

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Foto: Ocean Cleanup

(https://www.theoceancleanup.com/)

Autore dell'articolo: Alex Sarti

Sono giornalista pubblicista da qualche anno, e amante del mare da sempre.