Dieci anni fa c’era un insoddisfatto manager con buone opportunità di carriera che progettava di cambiar vita. Dieci anni più tardi Simone Perotti è ormai un ex manager e quella vita, la sua, l’ha letteralmente stravolta. “ Si poteva far prima, ma un’altra volta sveglia – dice a se stesso quasi rimproverandosi – il mio progetto andava pensato a vent’anni.” In realtà in questi anni dal suo downshifting, sembrerebbe che Simone Perotti che abbia trovato il modo migliore per recuperare il tempo perduto impiegandolo diversamente. L’autore di libri come “Avanti tutta” e “Rais” (l’ultimo uscito), tanto per citare alcuni dei titoli che maggiormente gli hanno dato notorietà , è diventato istruttore di vela e skipper. Ma oggi è anche scultore, oltre ad essere anche l’ideatore della spedizione scientifica Mediterranea, ed è anche stato autore e conduttore di “Un’altra vita” per Rai5.
Giunto alla vigilia della ventesima edizione del suo best-seller “Adesso basta”, Simone Perotti nell’intervista che ha rilasciato al nostro sito www.boardonbnb.com (audio integrale a fondo pagina) , è un uomo sereno e consapevole della scelta che ha fatto. In questi anni è nata una vera e propria community intorno a lui. L’hanno cercato uomini e donne di tutte le età, scritto centinaia di mail, forse (anche) per carpire il suo segreto, come quando afferma: “Io non vado in vacanza, io vivo in vacanza o non sono mai in vacanza“. In realtà il segreto sarebbe semplice, perché secondo Simone Perotti ci sarebbe un solo ostacolo al cambiamento verso se stessi, ed è la paura. ” Chi non è ancora cambiato ha il sospetto che sia pericoloso – afferma Perotti – ma una grossa quota di quelle paure sono fittizie, in pratica non si riveleranno mai dei rischi concreti”. In sostanza la vita andrebbe trattata come tutte le attività importanti e complesse, dove è l’improvvisazione il rischio maggiore. Sarebbe necessaria, insomma, una buona dose di pianificazione: ”Che non è il vezzo di un ex manager organizzato mentalmente al lavoro, uno che si comporta in maniera bizzarra – sostiene Perotti – non si spiega perché l’intera vita si dovrebbe vivere senza un progetto”. Lui oggi ha scelto di fare prevalentemente lo scrittore in una cornice dove il mare e la vela lo rappresentano completamente, ma prima di raggiungere questo obiettivo ha compreso ben presto quale fosse il problema più importante.
Si è trovato in percorso nel quale la sua rotta l’avrebbe rapidamente portato in collisione con il “pensiero dominante”, giusto per usare parole sue, ma non s’è perso d’animo. Lungo il viaggio verso il cambiamento avrà anche dovuto riconsiderare parole come sogno e libertà, che sarebbero ormai parole abusate, forse “romantiche” e certamente fuorvianti, nonostante “una pesante iniezione di concretezza che ho cercato di dargli”, ma non il progetto iniziale. Lasciare un’attività “sicura” per conciliare il tempo, le proprie passioni, relazioni e la vita stessa senza doverli rinviare. Rinviare ad un mese all’anno, alla pensione, o rinunciarci per il traffico in tangenziale. Dieci anni dopo, nel tracciare un bilancio Simone Perotti non nasconde le sue paure, insieme ai vantaggi e qualche svantaggio nel non lavorare più. C’è stato però il filo conduttore che rivendica: progetto, speranza e fiducia in se stesso. La stessa speranza che ha ispirato molti dei suoi lettori alla ricerca di un diverso modo di vivere, magari lontano dai cliché. Forse una dimensione che non sarà di massa, ma è cucita su misura per ognuno di essi.

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